dalla tutela del copyright all incubo estorsione la nuova frontiera del cybercrimine che minaccia gli influencer

Il mondo patinato degli influencer e dei creatori di contenuti digitali, un turbine di selfie, sponsorizzazioni e like, nasconde un lato oscuro e insidioso. Dietro le quinte di un successo apparentemente facile si cela una nuova minaccia, subdola e pericolosa: l'estorsione informatica che sfrutta proprio gli strumenti pensati per proteggere il lavoro dei creatori. Nel dettaglio si tratta dei sistemi di segnalazione e gestione del copyright implementati dalle società proprietarie delle piattaforme social network.

Le prime vittime della truffa sono state localizzate nel Medio Oriente, ma la piaga si sta rapidamente diffondendo anche in Europa gettando un'ombra inquietante sul futuro della libertà di espressione online. La gravità della situazione è tale da aver attirato l'attenzione di organizzazioni internazionali impegnate nella tutela della proprietà intellettuale. Una di queste, “The IP Helpdesk”, finanziata dall'Unione Europea per supportare le piccole e medie imprese (PMI) e i ricercatori europei nella protezione e nell'applicazione dei loro diritti di proprietà intellettuale, ha recentemente pubblicato una nota sul proprio sito web (https://intellectual-property-helpdesk.ec.europa.eu/news-events/news/copyright-dispute-axel-springer-v-adblock-plus-scammers-use-metas-copyright-tools-extort-content-2024-08-02_en) per mettere in guardia gli utenti da questa nuova forma di cybercrimine. La presa di posizione di IP Helpdesk evidenzia come l'estorsione tramite copyright rappresenti una minaccia concreta non solo per gli influencer, ma per tutti coloro che operano nel mondo digitale e si affidano alla rete per la creazione e la condivisione di contenuti.

Al centro della recente truffa c'è Meta, il colosso proprietario di Facebook e Instagram, e il suo strumento "Rights Manager" concepito per tutelare la proprietà intellettuale degli utenti. Attraverso questa piattaforma i creator possono segnalare eventuali violazioni del copyright e richiedere la rimozione di contenuti illeciti. Un'arma a doppio taglio, come si è rivelata.
L'accesso al "Rights Manager", infatti, è finito nelle mani sbagliate: un sottobosco di mercati neri digitali facilmente accessibili a chiunque abbia dimestichezza con il dark web, offre la possibilità di acquistare credenziali di accesso illegali ai tool di gestione del copyright. Non si tratta di episodi isolati, ma di un vero e proprio business con tanto di gruppi Facebook dedicati esclusivamente alla compravendita di questi accessi fraudolenti. Il prezzo? Una bazzecola per chi traffica in questo genere di beni: circa 3.000 dollari per trasformarsi in falsi paladini della tutela del diritto d’autore.

Il meccanismo è tanto semplice quanto efficace. I cybercriminali caricano contenuti rubati spacciandoli per propri, ingannando il sistema di Meta che, ignaro dell'inganno, riconosce i truffatori come legittimi proprietari dei contenuti. A questo punto scatta la trappola: le vittime predestinate, i veri proprietari dei contenuti, si vedono recapitare falsi reclami di violazione del copyright, con tanto di richiesta di rimozione dei loro post.
È in questo momento di vulnerabilità e confusione che entra in gioco l'estorsione: i truffatori contattano le loro vittime fingendo un errore della piattaforma e si offrono per ripristinare i contenuti scomparsi. Ma la cortesia ha un prezzo e spesso è salato! Si va da richieste di migliaia di dollari in un'unica soluzione, a veri e propri "abbonamenti" mensili o annuali, una sorta di "pizzo" digitale per evitare ulteriori rimozioni e continuare a lavorare indisturbati.
In uno di questi casi documentati, la richiesta di "restituzione" dei contenuti è stata di 3.000 dollari, a cui si aggiungeva la possibilità di sottoscrivere un canone mensile di 1.000 dollari o una quota annuale di 7.000 dollari per evitare futuri problemi.

Secondo un portavoce di Meta, l'azienda proibisce severamente l'uploading di contenuti altrui rivendicati come propri, revocando l'accesso e disabilitando gli account in caso di abusi. Tuttavia, molti ritengono che l'azienda non stia facendo abbastanza per arginare questo fenomeno preoccupante.
Sebbene Meta sostenga di investire ingenti risorse negli strumenti di gestione dei diritti d'autore per tutelare i creatori di contenuti in tutto il mondo, è evidente che sono necessarie misure di sicurezza più rigorose. Appare evidente che l'accesso a tali strumenti dovrebbe essere soggetto a un processo di verifica più rigoroso e costantemente monitorato per individuare e bloccare gli accessi illeciti.
Inoltre, Meta dovrebbe collaborare con le autorità competenti per perseguire penalmente coloro che abusano di queste risorse a scopo di estorsione. La condivisione di informazioni e la cooperazione internazionale sono fondamentali per contrastare efficacemente questa nuova minaccia cyber che sta minando la libertà di espressione e la sicurezza dei lavoratori digitali.

Le conseguenze di queste frodi per i creatori di contenuti possono essere devastanti. Oltre al danno economico derivante dalla perdita dei ricavi legati al contenuto rimosso o dal pagamento del riscatto, la rimozione ingiustificata dei contenuti può compromettere la reputazione online e la credibilità, con ripercussioni negative a lungo termine.
 

Cosa fare per proteggersi?
In attesa che Meta adotti misure più efficaci per contrastare questo fenomeno, gli influencer possono adottare alcune precauzioni per proteggersi dalle truffe:

  • Verificare attentamente le notifiche di violazione del copyright: assicurarsi che la segnalazione provenga effettivamente da Meta e che il contenuto in questione violi effettivamente il diritto d'autore.
  • Non cedere al ricatto: se si è certi di non aver violato alcun copyright, non pagare il riscatto e segnalare immediatamente l'accaduto a Meta.
  • Proteggere i propri account social: utilizzare password sicure e attivare l'autenticazione a due fattori per impedire l'accesso non autorizzato ai propri account.


In attesa di interventi decisivi da parte delle piattaforme, gli influencer sono costretti a navigare a vista affidandosi a consulenze legali e strategie di prevenzione e l’intera vicenda mette in luce la vulnerabilità dell'ecosistema digitale. Meta, dal canto suo, ha il dovere di intervenire con urgenza per garantire la sicurezza dei propri utenti e la credibilità dei propri strumenti di tutela del copyright.

Data

06/09/2024

Categoria

notizia

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