classificazione di nizza per la registrazione dei marchi

Guida essenziale alla classificazione internazionale dei prodotti e dei servizi per registrare marchi in Italia e in Europa

Ti è mai capitato di voler registrare un marchio per un prodotto o un servizio e non sapere da dove cominciare? O magari ti sei chiesto come fanno gli uffici marchi a distinguere un software da un cosmetico o una consulenza legale da un servizio di ristorazione. Ecco, il primo passo per chi vuole davvero tutelare un brand è capire che cosa sono le classi di Nizza collegate al marchio.

Comprendere tale classificazione non è solo una questione burocratica, ma una vera e propria strategia: definire correttamente in quale “cassetto” inserire il tuo prodotto significa definirne la posizione sul mercato, garantirgli protezione e tracciarne i confini legali. Entriamo quindi nel cuore della Classificazione internazionale dei prodotti e dei servizi, nota ai più come “Classificazione di Nizza”, per scoprire tutto quello che c’è da sapere (aggiornamenti inclusi) e imparare ad usarla correttamente nel processo di registrazione di un marchio.

 

Cos’è la Classificazione di Nizza?

La Classificazione di Nizza nasce nel 1957 grazie a un trattato internazionale denominato Accordo di Nizza e adottato durante una conferenza diplomatica nella città omonima. L’obiettivo della conferenza era ambizioso ma necessario: creare una classificazione uniforme a livello mondiale dei prodotti e dei servizi per i quali si può registrare un marchio. Sebbene oggi la Classificazione di Nizza sia gestita dalla WIPO (Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale), all’epoca della sua istituzione era amministrata dalla BIRPI, l’antenata dell’attuale WIPO.

Il risultato dell’accordo è un elenco suddiviso in 45 classi, di cui:

  • 34 dedicate ai prodotti (dalla chimica alla moda, passando per l’elettronica e l’alimentare)
  • 11 dedicate ai servizi (tra cui consulenze, telecomunicazioni, logistica, formazione e giustizia).

Un elemento spesso trascurato nella classificazione internazionale dei prodotti e dei servizi, riguarda la struttura normativa dell’Accordo stesso: l’articolo 2 stabilisce che la classificazione non è giuridicamente vincolante per quanto riguarda l’estensione della protezione di un marchio. Ogni Stato può quindi decidere in autonomia se applicare la classificazione come sistema principale o solo a titolo ausiliario, e come interpretarne la portata. Ciò implica che la stessa classe può essere soggetta a interpretazioni differenti da un ordinamento all’altro, con effetti concreti sulla tutela del marchio.
 

Attualmente la Classificazione di Nizza è adottata da oltre 150 giurisdizioni in tutto il mondo. Di queste, 93 Stati sono formalmente membri dell’Accordo di Nizza, mentre altri Paesi e organizzazioni utilizzano comunque il sistema per la classificazione dei marchi pur non aderendovi ufficialmente. L’Italia, come tutti gli Stati dell’Unione Europea, ha adottato questo sistema obbligatorio per la registrazione dei marchi presso l’UIBM (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi), l’EUIPO (Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale) e nell’ambito delle domande internazionali depositate tramite il Sistema di Madrid amministrato dalla WIPO.

Questa diffusione capillare è uno dei grandi vantaggi della Classificazione: consente di proteggere un marchio con le stesse regole, almeno formalmente, facilitando notevolmente la procedura di deposito multiterritoriale.


Accanto alla Classificazione di Nizza si sono sviluppati strumenti complementari che ne hanno rafforzato l’utilizzo e migliorato l’efficienza. Tra questi la TM5 ID List (con terminologia pre-approvata da USA, UE, Giappone, Corea e Cina) e il progetto europeo di armonizzazione delle classificazioni, il quale ha dato vita a una banca dati condivisa da tutti gli uffici marchi dell’UE a partire dal 2016. Queste iniziative hanno come obiettivo la riduzione degli errori, la semplificazione del processo e una maggiore coerenza nelle decisioni amministrative.

 

Come funziona la Classificazione di Nizza?

Ogni classe ha un titolo generico (es. “Articoli di abbigliamento” per la classe 25), ma per ottenere la protezione è necessario elencare in modo preciso i singoli prodotti o servizi. L’elenco alfabetico e le note esplicative aiutano a selezionare i termini corretti che devono essere conformi al significato letterale dei termini usati. Questo elenco viene aggiornato regolarmente e può essere consultato tramite strumenti ufficiali come TMclass dell’EUIPO.

Ad esempio:

  • un marchio per prodotti cosmetici rientrerà nella classe 3;
  • un marchio per un’applicazione mobile verrà inserito in classe 9;
  • un servizio di consulenza aziendale troverà collocazione nella classe 35.

A supporto di una scelta consapevole, ogni classe è corredata da note esplicative che offrono chiarimenti utili sulla portata della classe e aiutano a distinguere prodotti o servizi affini che ricadono in categorie diverse.

La chiave per un deposito di marchio corretto sta nel definire con precisione ciò che si vuole proteggere e l’uso di terminologia specifica e standardizzata è fondamentale: il Regolamento UE 2017/1001, all’articolo 33, prevede che l’EUIPO possa respingere una domanda di marchio qualora i termini utilizzati per descrivere i prodotti o i servizi siano vaghi, imprecisi o non conformi al sistema di classificazione. È quindi essenziale utilizzare i termini ufficiali contenuti nella Classificazione di Nizza, evitando espressioni generiche o creative che non rientrano nelle voci approvate.

Inoltre è importante sottolineare che le autorità competenti possono accettare solo descrizioni chiare e inequivocabili. Per agevolare questa attività esistono banche dati come il Madrid Goods and Services Database, strumento fondamentale per una redazione efficace delle domande.

 

Aggiornamenti della Classificazione di Nizza

La Classificazione di Nizza viene aggiornata periodicamente per rispondere all’evoluzione del mercato e dell’innovazione tecnologica. L’edizione attualmente in vigore è la dodicesima, da qui la denominazione diffusa di “Classificazione di Nizza 2025”.

Queste revisioni sono il risultato del lavoro del Comitato di esperti della WIPO, che si riunisce annualmente per valutare nuove categorie, eliminare quelle obsolete e affinare la definizione delle classi esistenti. Le modifiche, tuttavia, non hanno effetto retroattivo: ciò significa che un marchio registrato nella precedente edizione manterrà la propria validità nelle classi originariamente scelte, anche se nel frattempo sono intervenute modifiche descrittive o sistemiche.

Una strategia efficace di tutela del marchio dovrebbe includere una verifica periodica della propria classificazione e, se necessario, un aggiornamento mediante nuove domande che riflettano meglio l’attività aziendale attuale o futura.

 

UIBM e EUIPO: come usare la Classificazione nei sistemi italiani ed europei

Nel contesto italiano ed europeo, la Classificazione di Nizza è più di un semplice riferimento: è un requisito formale. Quando si deposita una domanda è possibile includere una sola classe compresa nella tassa base. Ogni classe in più comporta un costo supplementare, sia presso l’UIBM che all’EUIPO.

All’EUIPO, ad esempio, la tassa base copre una sola classe contenuta all’interno della domanda di registrazione del marchio e ammonta a 850 euro; ogni ulteriore classe costa 50 euro (seconda) e 150 euro (dalla terza in poi).

È essenziale comprendere che, dopo il deposito, non è più possibile modificare o ampliare le classi. Eventuali aggiunte o variazioni dovranno essere effettuate tramite una nuova registrazione con aggravio di costi e tempi.

 

La scelta delle classi: cuore della strategia di marchio

Ogni marchio registrato ha valore solo per i prodotti o servizi indicati nella domanda e contenuti nelle classi selezionate. Questo principio, noto come “principio di specialità”, limita l’ambito della protezione e consente la coesistenza di marchi simili in settori distinti. Questo vuol dire che un marchio registrato in classe 9 (software) non potrà impedire a un altro imprenditore di usare un nome simile in classe 25 (abbigliamento), se non ci sono elementi di confondibilità.

In fase di registrazione è quindi fondamentale effettuare una scelta strategica delle classi. Tale scelta non dovrebbe basarsi solo sui prodotti o servizi attualmente offerti, ma anche su quelli che si intendono sviluppare in futuro. Una selezione poco lungimirante potrebbe costringere, in futuro, a registrare nuovi marchi perdendo così continuità e valore nel portafoglio IP aziendale.
 

In aggiunta, una classificazione ben pianificata si rivela cruciale anche per le aziende che intendono espandere il proprio business a livello internazionale. Indicare sin da subito le classi più pertinenti rispetto agli obiettivi futuri consente non solo di prevenire sovrapposizioni con marchi preesistenti in altri ordinamenti, ma anche di agevolare la registrazione nei Paesi esteri, specialmente quando si opera in sistemi multilaterali come l’Unione Europea o il Protocollo di Madrid. In questo modo la classificazione si trasforma in uno strumento di supporto alla crescita e alla competitività del marchio nei mercati globali.

Un errore frequente è l’utilizzo di descrizioni troppo ampie o vaghe, nella speranza di ottenere una protezione più estesa. In realtà ciò può condurre al rigetto della domanda o a una debolezza strutturale del diritto registrato.
 

Una classificazione precisa, invece, garantisce:

  • Protezione mirata contro imitazioni o contraffazioni,
  • Difesa più efficace in giudizio,
  • Più facilità nelle ricerche anteriori per nuove registrazioni.

Indubbiamente rivolgersi ad un consulente in proprietà industriale è la scelta migliore per evitare scelte poco avvedute e problemi futuri.

 

E se il tuo prodotto o servizio non sono nell'elenco?

Non tutti i prodotti o servizi rientrano facilmente nelle definizioni standard della Classificazione di Nizza; in particolare nel caso di attività innovative o prodotti digitali emergenti, può risultare complesso individuare la classe corretta.

In questi casi è possibile fare ricorso a strumenti di supporto come:

Tali strumenti aiutano ad identificare la classe più appropriata sulla base della funzione, del settore o della destinazione d’uso del prodotto. È tuttavia fondamentale ricordare che questi strumenti non hanno valore giuridico vincolante e che la scelta finale spetta sempre all’ufficio competente.

Per le aziende più strutturate o in fase di sviluppo, una consulenza specializzata si rivela essenziale per evitare errori potenzialmente costosi e tutelare appieno il proprio capitale immateriale.

 

La Classificazione non è un dettaglio, è strategia

Come abbiamo visto, la Classificazione di Nizza non è un semplice obbligo amministrativo ma uno strumento centrale nella pianificazione giuridica e commerciale della tutela del marchio. La sua corretta applicazione consente di delimitare con precisione i confini della protezione, di rafforzare il marchio nella prospettiva di eventuali contenziosi e di creare un portafoglio coerente e strategico.
Conoscerla, comprenderla e utilizzarla in modo consapevole significa adottare un approccio maturo alla gestione della proprietà industriale, valorizzando pienamente ogni investimento in branding e identità aziendale.

Chiunque si occupi di innovazione, commercio, tecnologia o comunicazione, dovrebbe familiarizzare con la Classificazione di Nizza, non come un ostacolo burocratico, ma come una leva strategica nella costruzione del proprio successo sul mercato. Non va dimenticato che una classificazione ben strutturata, oltre alla funzione giuridica, può incidere anche sul valore patrimoniale del marchio. In contesti di valutazione economica, come nelle operazioni di licensing, trasferimento di asset intangibili o cessioni aziendali, l’estensione e la coerenza delle classi dichiarate rappresentano un elemento chiave nella determinazione del valore del brand. Una classificazione strategica rafforza quindi il marchio anche come asset competitivo e finanziariamente rilevante.

 

 


N.B.: questo articolo è aggiornato alla data di pubblicazione e non riflette necessariamente lo stato attuale della legge o della normativa in materia.

Data

28/04/2025

Categoria

notizia

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