la tutela dell immagine e del nome di toto una battaglia per il rispetto di un icona

Antonio De Curtis, noto come Totò, è stato una delle più grandi icone dello spettacolo italiano del Novecento. La sua comicità unica e il suo talento poliedrico gli hanno permesso di conquistare un posto speciale nel cuore degli italiani, diventando un simbolo della cultura partenopea e nazionale.
Il nome e l'immagine di questo artista straordinario sono stati spesso utilizzati in modo improprio, finendo per essere sfruttati commercialmente da numerose attività, principalmente ristoranti e pizzerie, senza alcuna autorizzazione degli eredi.

Le cronache nazionali di questi giorni stanno dando ampio risalto alle vicende legate alla tutela del nome e dell'immagine di Totò, l'indimenticabile "Principe della risata". Sebbene il nome non risulti registrato come marchio dai legittimi eredi, è vero che questi, guidati dalla nipote Elena De Curtis, hanno deciso di intraprendere azioni legali per tutelare la memoria e il rispetto dovuti all'illustre artista partenopeo.

Queste decisioni sono intraprese in seguito ad una favorevole sentenza del Tribunale di Torino del 2023, che ha chiarito e stabilito di quali diritti possano godere gli eredi in merito al nome e all'immagine dell'artista, in linea con l'art. 93 co. 2 della Legge sul Diritto d'Autore (LDA).
Il caso specifico, aveva visto gli eredi di Antonio De Curtis, Totò, contro un’attività di ristorazione che ne sfruttava ampiamente nome e immagine.

La sentenza ha equiparato la disciplina della tutela del diritto al nome a quella del diritto all'immagine, stabilendo che l'utilizzo dell'altrui nome ed immagine è lecito solo se si è previamente ottenuto il consenso dal titolare o, in sua assenza, dai soggetti indicati dalla legge (art. 93 co. 2 LDA per l'immagine, e coloro che abbiano un interesse al nome fondato su ragioni familiari degne di essere protette per il nome).
Nel caso specifico, il Tribunale di Torino ha rilevato che la pizzeria in questione perseguiva una mera finalità commerciale e pubblicitaria nell'utilizzo del nome e dell'immagine di Totò, senza averne ottenuto l'autorizzazione dagli aventi diritto. Inoltre, il Tribunale ha precisato che il consenso prestato dall'artista allo sfruttamento della propria immagine nelle produzioni cinematografiche non debba intendersi automaticamente esteso nell'utilizzo per ulteriori finalità commerciali o pubblicitarie (art. 97 LDA).

La sentenza del Tribunale di Torino ha anche stabilito una penale di 200 euro per ogni violazione o inosservanza successiva alla notifica del provvedimento, sottolineando la gravità della questione e la necessità di rispettare i diritti degli aventi causa. Il Tribunale ha altresì concesso il trasferimento provvisorio del nome a dominio alle ricorrenti (gli eredi), al fine di impedire qualsiasi forma di utilizzo da parte delle resistenti (le attività commerciali) e assicurare l'effettivo uso del nome agli aventi diritto.
Riguardo al requisito del periculum in mora (pericolo nel ritardo), necessario per l'emissione di un provvedimento cautelare ex art. 700 c.p.c., il Tribunale ha precisato che non vi può essere tolleranza dell'illecito quando il ricorrente non sia a conoscenza della violazione. Nel caso specifico, il Tribunale ha escluso che gli eredi avessero tollerato la condotta illecita, sebbene alcune attività fossero operative sin dal 2019.

Per quanto riguarda il pregiudizio lamentato dagli eredi, individuato nell'impossibilità di sfruttamento commerciale dei propri diritti, il Tribunale ha ritenuto che la possibilità di sfruttare economicamente i diritti al nome e all'immagine non pregiudica il loro contenuto non patrimoniale, di rango costituzionale, pertanto il relativo danno resta difficilmente quantificabile e non suscettibile di integrale ristoro.

A seguito di questa favorevole sentenza, gli eredi di Totò hanno quindi avviato una campagna di diffide ai locali che utilizzano illecitamente il nome, l'immagine e persino le poesie del "Principe della risata", con l'obiettivo di far cessare tali pratiche abusive. Molti esercizi commerciali hanno dovuto cambiare nome, insegne, siti web e materiali promozionali, mentre altri hanno cercato un accordo con gli eredi per poter continuare a utilizzare il marchio.
Elena De Curtis, nipote di Totò, attraverso la stampa ha voluto precisare che tali azioni non sono motivate da un mero interesse economico, ma dalla volontà di tutelare la memoria e l'immagine di Totò, evitando che siano sfruttate in modo improprio. Allo stesso tempo, gli eredi si sono dichiarati aperti al dialogo e al raggiungimento di accordi con coloro che hanno agito in buona fede, comprendendo l'amore e l'ammirazione che molti nutrono per l'artista.

Questo caso ha sollevato un grande dibattito nella città di Napoli, culla di Totò, sulla legittimità di "mettere sotto chiave" la produzione culturale di un personaggio così amato e diffuso e molti intellettuali e artisti napoletani hanno espresso perplessità sull'opportunità di limitare l'utilizzo di citazioni, immagini e riferimenti a Totò, temendo che ciò possa impedire la trasmissione della sua eredità artistica alle nuove generazioni.

Al fine di garantire una corretta regolamentazione dell'utilizzo del nome e dell’immagine dell’artista evitando speculazioni commerciali e abusi, gli eredi potrebbero dunque dare vita ad un autentico “brand Totò” stabilendo requisiti e modalità di utilizzo di quanto connesso.

Si profila dunque lo sfruttamento commerciale di un nome che ha ormai assunto rinomanza assoluta? Lo vedremo nel prossimo futuro.

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